Grazie a Piene Mani

Grazie a Piene Mani

venerdì 6 dicembre 2013

CHI SIAMO

Siamo un’associazione onlus denominata “Twasakidila wa bunji” (grazie a piene mani in africano tshiluba);  nella sostanza però siamo un gruppo di  amiche sessantenni (la nostra è stata una vita piena, non priva di ostacoli, ma ringraziando Dio non ci manca il necessario…) ed abbiamo dato  vita all’associazione per portare sostegno in Congo (Repubblica Democratica del Congo) tra i bambini poveri delle periferie più emarginate.
L’associazione si è costituita nel maggio del 2013,  ma è dal 2007 che ogni anno, a nostre spese, ci rechiamo in questo Paese martoriato dalla miseria,  per portare qualche goccia di aiuto e speranza, per contribuire in qualche modo  a  portare una  speranza di cambiamento. Abbiamo visto un popolo dimenticato ai margini della terra,  situazioni che mai avremmo voluto vedere, scene  che ci hanno profondamente colpito nella loro cruda realtà. Bambini (tanti) che avranno un futuro fatto di analfabetismo, sfruttamento, guerre e violenza, situazioni che   toccano le corde dei sentimenti e che vorrebbero farti urlare tutta la rabbia, mentre ti chiedi non certo dov’è Dio, ma dove sono gli uomini, i potenti, dove sono gli Stati che indifferenti assistono e partecipano all’impoverimento umano, negando i diritti di coloro che dovrebbero tutelare...Abbiamo visto partorire nella più assoluta miseria: nuove vite che si aprono, ma a quale futuro? Bambini che percorrono ogni giorno chilometri e chilometri per andare a prendere un po’ d’acqua, per vendere le loro misere cose, per andare a scuola (per chi è più fortunato), per potersi curare (sempre che possano raggiungere le strutture sanitarie più vicine, che sono comunque sempre molto lontane…), bambini soldato, bambini che muoiono per banali malattie... Quanto siamo lontani dalla nostra realtà! I nostri progetti di aiuto sono finalizzati (per quanto possibile) a rendere questa popolazione più autonoma, attraverso la formazione scolastica, la costruzione di aule arredate (laddove però lo Stato non paga gli insegnanti ed a dover farsi carico di un salario minimo di sopravvivenza per i professori, sono le famiglie dei bambini), l’assistenza sanitaria, gli aiuti alle mamme del villaggio per lavorare con meno fatica i campi con l’acquisto di attrezzi agricoli e poi…Tanti sono i sogni che vorremmo realizzare, nella speranza di dare un futuro più dignitoso a chi un giorno sarà adulto. I nostri progetti sono rivolti in particolare ad un orfanotrofio che si trova nel villaggio di Kanyuka, nella zona di Kananga. Qui vivono decine e decine  di bambini orfani e no (alcuni vengono portati dai genitori all’orfanotrofio nella speranza che possano mangiare almeno una volta al giorno); nella sostanza l’orfanotrofio funge da sostegno per l’intero villaggio, nel quale si trovano anche una maternità ed un dispensario, gestiti dalle stesse suore dell’orfanotrofio della Congregazione diocesana C.I.M.K.A..La nostra coscienza ed il desiderio di poter fare di più ci spingono ad andare avanti malgrado le enormi difficoltà, perché siamo convinte che qualsiasi cosa faremo ne sarà valsa la pena. Ci spinge il sorriso dei bambini che ogni anno ci aspettano festosi, malgrado tutto… Quest’anno, con alcuni alunni delle scuole di Rufina (Comune di Firenze, dove ha sede la nostra associazione) abbiamo realizzato un libro intitolato “Sogno che un giorno”, nel quale i bambini hanno riflettuto e lavorato sui loro diritti e su come questi possano essere negati a tanti loro coetanei di gran parte della terra. Cerchiamo così di sensibilizzare le nuove generazioni - nel nostro piccolo ovviamente - su concetti e parole che oggi vengono spesso dimenticati, come solidarietà, uguaglianza e giustizia. Chissà che un domani i nostri bambini, crescendo con la cultura della solidarietà e dell’uguaglianza, quando qualcuno di loro si troverà a decidere le sorti dei popoli, non riescano a cambiare un po’ questa nostra umanità facendo prevalere l’amore, l’unione, la speranza, la gioia e la luce: “siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”, osiamo dire a questi bambini…

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